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30^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

 

1^ Lettura (Es 2, 20-26)

Dal libro dell'Esodo.

Così dice il Signore: "Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel paese d'Egitto. Non maltratterai la vedova o l'orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l'aiuto, io ascolterò il suo grido, la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all'indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse. Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando invocherà da me l'aiuto, io ascolterò il suo grido, perché io sono pietoso".

 

2^ Lettura (1 Ts 1, 5-10)

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi.

Fratelli, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene. E voi siete diventati imitatori nostri e del Signore, avendo accolto la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a grande tribolazione, così da diventare modello a tutti i credenti che sono nella Macedonia e nell'Acaia. Infatti la parola del Signore riecheggia per mezzo vostro non soltanto in Macedonia e nell'Acaia, ma la fama della vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, di modo che non abbiamo più bisogno di parlarne. Sono loro infatti a parlare di noi, dicendo come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti a Dio, allontanandovi dagli idoli, per servire al Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, che ci libera dall'ira ventura.

 

Vangelo (Mt. 22, 34-40)

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: "Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

 

RIFLESSIONE

 

Noi, uomini di oggi, viviamo a contatto con moltissime norme e leggi. Ci sono norme per il corretto comportamento nel traffico, il codice della strada; leggi che regolano i nostri rapporti con gli altri; perfino nelle piccole cose ci sono norme da osservare per esempio non salire in più di tre su certi ascensori, divieti e ordini sugli autobus; nei contratti a volte ci clausole scritte in caratteri piccolissimi che poi si rivelano autentici capestri; i finanzieri e i giudici dicono che non è ammessa l’ignoranza della legge; ci sono codici di diritto civile, penale, addirittura ecclesiastico che dovrebbero guidare e scandire la nostra vita. Le leggi sono nate per regolare i rapporti con gli uomini. Senza legge si vivrebbe ancor più nel caos e varrebbe solo la forza. Ma in mezzo a tutte queste norme e queste leggi ci sarà qualcosa, qualche norma più importante delle altre, ci sarà qualche legge che dà lo spirito per osservare tutte le altre? Nel mondo Ebraico, al tempo di Gesù c’erano moltissime leggi. Dal decalogo, che era stato dato a sigla dell’Alleanza, erano state emanate leggi di ogni tipo e di ogni genere, da quelle che regolavano i contratti, alle norme sanitarie, a quelle religiose. Gli studiosi hanno fatto i conti: hanno elencato 613 precetti importanti da osservare, di cui 248 positivi (fai questo), e ben 365 negativi (non fare quest'altro). E a volte certe norme parevano pure in contraddizione tra loro, comunque non sempre risultavano chiare. Poi, da qualche tempo erano arrivati in Palestina i Romani, e alle altre leggi avevano aggiunto le loro. Bisognava mettere ordine, almeno per incoraggiare le persone oneste e di buona volontà. Di qui grandi discussioni fra gli studiosi, un po' come oggi per la finanziaria, la nostra Costituzione, le tasse. Pensavano: occorre individuare il comandamento più grande, al quale poter ricondurre tutti gli altri. Il dottore della legge del gruppo dei farisei va dunque da Gesù sia per chiedere la sua opinione, sia per metterlo alla prova perché qualunque risposta avesse dato si sarebbe schierato con una parte di intellettuali mettendosi in contrasto con chi apparteneva ad un’altra scuola di ragionamento. Ora Gesù rispose: "Amerai il Signore Dio tuo", e lo definì "il primo e il più grande dei comandamenti". Ma poi, a sorpresa, ne aggiunse un secondo, precisando che era simile al primo: "Amerai il prossimo tuo come te stesso". E la gente rimase stupita. Non tanto per gli enunciati proposti da Gesù: tutt'e due si trovavano da più parti nella Legge antica, mescolati in mezzo agli altri, e la gente li conosceva. Ma la novità di Gesù consisteva nel loro accostamento l'uno accanto all'altro e nell'indicazione che erano simili. Rileggendo la risposta di Gesù, infatti, possiamo chiederci: ma i comandamenti più importanti sono uno, due o tre? Infatti potrebbe essere uno solo, quello di amare oppure due ben distinti: l’amor di Dio e quello del prossimo, oppure addirittura tre se contiamo che l’amore per se stessi viene dato come misura di paragone per l’amore del prossimo. Non credo che conti né il numero né la graduatoria, conta avere nel cuore il senso profondo dell’amore. E qui facciamo attenzione perché la parola amore è talmente inflazionata da tanti usi che oggi ad essa si danno i significati più diversi. Certo è che una delle esigenze fondamentali dell’uomo per essere felice è quella di essere amato e di amare. Gesù è la dimostrazione concreta che Dio ci ama. Noi non siamo nati per caso, siamo nel pensiero di Dio da sempre e il suo non è solo un pensiero intellettuale è un pensiero di amore concreto, un pensiero creativo. Lui è nostro Padre, Lui ha interesse alla nostra felicità, Lui ci ha fatti a sua immagine e somiglianza e ha soffiato il suo Spirito in noi perché noi potessimo vedere il suo volto, gioire della sua presenza, godere dalla sua amicizia. E anche quando l’uomo gli ha detto di no, quando in mille modi gli ha detto che voleva fare a meno di Lui, pur rispettando la sua libertà, ha continuato ad intessere una storia di amore nei suoi confronti per offrirgli nuovamente la sua amicizia. E Gesù, il Figlio di Dio incarnato morto è risorto è il dono più grande che Dio ha fatto all’uomo perché potesse scoprire attraverso il suo amore l’amore del Padre. Come cambia la mia vita se io so di essere amato e di essere amato da Dio. Tutto prende senso, perfino la sofferenza e la prova. Io valgo il Sangue del Figlio di Dio morto sulla croce, io sono fatto degno di poter ricevere in me il Corpo di Gesù, io, nonostante le mie colpe posso essere continuamente perdonato. Non ho più paura di essere solo, non ho più paura di un Dio punitore quando scopro che Dio è mio Padre, che Dio ha accettato di soffrire e morire nel Figlio per dirmi che mi vuole bene, quando so che mi chiama a vivere l’eternità con Lui. Questo è il primo grande passo dell’amore: sapere di essere amati e di essere amati da Dio. E questo porta allora alla scoperta di un’altra bellissima realtà: scopro che anch’io, piccolo uomo posso amare Dio. Sono limitato da molte cose ma il mio cuore è capace di Dio, Lui mi ha dato la capacità di poter rispondere al suo amore. Io posso vederlo, riconoscerlo, ammirarlo nella sua creazione, posso incontrarlo nello svolgersi quotidiano della mia storia, ho la possibilità altissima e terribile di dirgli: "Ti voglio bene", oppure "Vattene da me". Attraverso Gesù posso riconoscerlo presente nel mio prossimo, perché con Gesù ogni uomo è diventato un mio fratello, non siamo più in concorrenza uomo contro uomo, ma siamo in cammino insieme come fratelli amati da Dio che è Padre di tutti. Ecco su che cosa deve fondarsi il mio amore per il prossimo. E’ vero che non sempre è facile, che ci sono persone che mi sono ostiche, che con certuni è difficile la convivenza, ma in ogni caso sono sempre miei fratelli, figli dello stesso Padre che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi. E faccio ancora una scoperta meravigliosa: Dio non è geloso di me quando cerco il mio bene, la mia gioia, la mia felicità, anzi ne è contento e in Gesù mi dice: nella stessa maniera in cui tu cerchi il tuo vero bene cerca anche il bene del tuo prossimo e così troverai Dio. Può sembrare difficile questo discorso, per qualcuno può risultare addirittura impossibile riuscire ad amare tutti, compresi i nemici. Gesù, i santi, i veri cristiani ci hanno dimostrato che è possibile con la grazia di Dio, e allora, se ci accorgiamo di non saper amare ancora totalmente ma se ne sentiamo il desiderio e se cerchiamo ogni giorno di lasciarci amare e di volere bene, con l’aiuto di Gesù siamo già sulla strada dell’amore e Dio che è amore non aiuterà un suo figlio che pur pieno di errori e di difetti, cerca però con la sua vita di balbettare la parola amore?

 

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